Un albanese in Italia "a tempo indeterminato", come il suo contratto in Novamont

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 24 Ago 2013 in Storie

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Loran Shkurta, 29 anni, assunto a tempo indeterminato nell'amministrazione di Novamont a Novara.    

Sono nato a Tirana nel 1984, ma a 12 anni sono venuto in Italia per raggiungere mio padre, ingegnere e direttore di un'azienda
pubblica albanese del settore meccanico, che due anni prima si era trasferito a Novara. Devo dire che all'inizio è stato molto difficile ambientarmi in un un nuovo Paese e proseguire gli studi, ma con il tempo le cose sono migliorate [sotto, in una foto scattata per il profilo Facebook dell'associazione Ura, nata nel 2011 a Novara per promovuere l'integrazione tra i due Paesi, di cui Loran è socio fondatore].
Dopo le scuole medie mi sono iscritto all'istituto tecnico professionale di Novara, nella sezione Meccanica, un po' sotto l'influenza di mio padre. Ho provato a proseguire sulla stessa strada anche all'università, iscrivendomi ad Ingegneria a Milano nel 2004, ma dopo un anno travagliato ho deciso che la mia vocazione era per le materie economiche. Peraltro il primo anno di università avevo trovato un lavoro part-time in un call center, e da quel momento studiare e seguire le lezioni - passando diverso tempo in treno ogni giorno da pendolare - era diventato molto pesante. Economia e commercio è stata la scelta giusta: non ho avuto grosse difficoltà con gli studi e nel 2009 mi sono laureato in corso alla triennale con una tesi inerente lo studio e il miglioramento delle attività bancarie nel private banking e nell'organizzazione dei portafogli clienti. Nonostante le novità lavorative che sono venute dopo, mi sono iscritto anche al corso magistrale, che sto tutt'ora completando: spero di conseguire la laurea entro aprile 2014.
Il primo approccio con il mondo del lavoro è stato con uno stage curriculare, previsto dal piano di studi della triennale. L'ho svolto nell'estate del 2008 presso la Baima, una srl che produce materie plastiche, per lo più svolgendo mansioni di archiviazione di documenti amministrativi. Tre mesi di impegno e un rimborso complessivo di 300 euro, tutto finito lì.
Il secondo stage invece ha fatto la differenza e mi ha portato ad un contratto a tempo indeterminato, tutt'ora in corso
. Era promosso dalla provincia di Novara e dalla locale associazione degli industriali attraverso un'iniziativa chiamata "Ridare speranza", con la quale si selezionavano 50 neolaureati in diversi settori per inserirli nel mondo del lavoro tramite stage. Era prevista una formazione di sei mesi con rimborso di 700 euro lordi al mese: avevo trovato il link sul sito dell'ateneo e mi ero subito candidato online. La selezione dei giovani e la loro sistemazione in azienda era affidata all'associazione, che elaborava il punteggio per la graduatoria sulla base di curriculum, reddito e colloquio. Al progetto aderiva anche Novamont, multinazionale del settore delle bioplastiche che ha il suo headquarter a Novara, ed è proprio qui che sono approdato alla fine delle selezioni, iniziando lo stage a metà ottobre 2011. L'azienda ha deciso liberamente - non era espressamente previsto dal bando - di coprire la metà del rimborso, quindi 350 euro lordi al mese, ma non è il solo lato positivo: per tutti i sei mesi ho ricevuto una formazione costante e ho avuto modo di rendermi davvero utile in azienda. Sono stato collocato nell'area amministrativa, e più precisamente nella gestione delle aziende consociate, ovvero delle società più piccole che Novamont possiede in toto o al 50%, a occuparmi in particolare dei rapporti con fornitori, clienti, banche e fisco.  
Lo stage è finito il 15 aprile 2012 e il giorno successivo ero già dipendente a tempo indeterminato, sempre nella funzione amministrativa, con uno stipendio di 26mila euro lordi all'anno più i premi di presenza e partecipazione.
Devo dire che sono rimasto stupito quando quando mi hanno chiamato nell'ufficio del vice direttore generale chiedendomi se ero interessato a restare in azienda: non immaginavo ci fosse possibilità di assunzione dopo lo stage. E invece sì. Una prova
di come lo stage può essere uno strumento vincente, se utilizzato nel modo corretto, sia per i giovani che si approcciano al mondo del lavoro, che per le aziende che cercano personale. Peccato che venga usato spesso solo per abbassare i costi del lavoro.
Ormai è già un anno e mezzo che lavoro a tempo pieno in questo ambito, ma penso di aver ancora molto da imparare, vista la moltitudine di aree che lo compongono. Adesso ho un reddito sufficiente per mantenermi da solo e convivo con la mia ragazza mantenendo un buon tenore di vita. Sono lontani i tempi di quando, appena laureato, pensai di avere possibilità di lavoro nel mio Paese di origine: ho inviato molti curriculum anche in Albania, prevalentemente nel settore bancario, ma senza ricevere risposta. Fortunatamente una risposta, e anche ottima, l'ho ricevuta qui in Italia.


Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo


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