JPO Programme, contratti da 45mila euro l'anno per under 30 alle Nazioni Unite: candidature fino al 15 dicembre

Chiara Del Priore

Chiara Del Priore

Scritto il 28 Nov 2015 in Notizie

ONU

Torna anche quest’anno il JPO Programme (Italian associate experts and junior professional officers programme), programma di cooperazione multilaterale organizzato dalla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri in collaborazione con il dipartimento Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite. Il 15 dicembre 2015 è l’ultimo giorno utile per fare domanda: in palio un contratto di un anno, rinnovabile per un secondo, di circa 48mila dollari annuali (45mila euro) presso organizzazioni internazionali del settore della cooperazione con inquadramento contrattuale pari al livello iniziale della categoria dei funzionari delle Nazioni Unite. Per le organizzazioni che non fanno parte delle Nazioni Unite il livello sarà equivalente a quello di entrata delle figure di staff delle stesse, più o meno pari a quello delle Nazioni Unite. Non è ancora noto al momento il numero di posti disponibili. Lo scorso anno i partecipanti sono stati 18 su 144 candidati che hanno preso parte alle interviste di selezione.

Dopo la flessione dello scorso anno rispetto alle edizioni precedenti, non è escluso che per questa ci sia un nuovo aumento delle posizioni disponibili, come ha spiegato alla Repubblica degli Stagisti Gherardo Casini, direttore dell’ufficio romano del dipartimento Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite.

A chi è rivolto il bando? Possono candidarsi giovani di età non superiore a 30 anni (nati dal primo gennaio 1985 in poi), in possesso di laurea specialistica, magistrale o laurea accompagnata da master oppure magistrale a ciclo unico. Fondamentale l’ottima conoscenza della lingua inglese. «Naturalmente ci si aspetta che i candidati abbiano una solida preparazione accademica e una propensione alle tematiche dello sviluppo, degli affari umanitari, o internazionali. Oltre al titolo di studio sono importanti le pregresse esperienze professionali, la predisposizione a lavorare all’estero, la capacità di lavorare in team e, soprattutto, le motivazioni giuste. La conoscenza di altre lingue ufficiali delle Nazioni Unite oltre all’inglese rafforza il curriculum e di conseguenza aumenta le possibilità della candidatura», aggiunge Casini.

Il processo di selezione è articolato in più fasi, come sottolinea il direttore dell’ufficio romano del dipartimento: «un primo esame dei curricula viene effettuato dall'ufficio UN/DESA. Successivamente una commissione delle Nazioni Unite procede con l'analisi delle candidature per arrivare a una rosa di candidati pre-selezionati per le diverse posizioni richieste dagli organismi internazionali e approvate dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Generalmente vengono pre-selezionati otto candidati per ogni posizione. La selezione finale prevede un'intervista che viene svolta in modalità remota da parte di rappresentanti degli organismi richiedenti. Il colloquio viene generalmente effettuato in inglese, francese o altra lingua collegata al lavoro». La pre-selezione, come si legge sul sito UN/DESA, avviene tra febbraio e aprile, mentre il periodo che va da maggio a luglio è dedicato alle interviste e settembre è il mese della formazione.

L’unica modalità per l’invio della candidatura è online attraverso la pagina dedicata del sito www.undesa.it, come già sperimentato lo scorso anno. Casini consiglia ai candidati di essere molto cauti nell’effettuare la procedura: «un suggerimento da parte nostra è di non pensare di poter portare a termine la candidatura in pochi minuti. È importante che i candidati prendano conoscenza del sistema e delle informazioni richieste per descrivere al meglio il proprio curriculum e completare la lettera di motivazione, allegando il corretto certificato. Dedicare tempo alla candidatura è certamente un buon investimento».

Per l’edizione dello scorso anno sono arrivate 2484 candidature iniziali, per un’età media di 27 anni, di cui il 64% proveniente da donne. Tra questi candidati, come detto, 144 hanno preso parte alle interviste.  La componente femminile è stata molto forte anche tra i partecipanti effettivi al Programma: «tra i 18 candidati selezionati la percentuale di donne è arrivata al 72%», aggiunge Casini. Il 31% dei candidati poi era in possesso di un titolo di studio avanzato, master o dottorato, «oltre il minimo richiesto per l’accesso al Programma». Quanto agli ambiti di studio di provenienza dei candidati: «il 40,3% del totale delle candidature era rappresentato da laureati nel settore delle Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, seguiti da laureati in Giurisprudenza (16,1%), Economia, Commercio, Finanza e Amministrazione, per il 15,9%», conclude.

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