Vito Bruschini, direttore di Globalpress e amministratore di Kronoplanet: «Nessuna promessa di assunzione. I 300 euro che chiediamo ai ragazzi? Soltanto un rimborso spese»

Andrea Curiat

Andrea Curiat

Scritto il 06 Apr 2010 in Interviste

«Quella che offriamo è un’esperienza che serve a istradare i giovani: stiamo cercando ragazzi che vogliano entrare nel mondo del giornalismo, per metterli alla prova e dargli un’opportunità». Vito Bruschini è il direttore responsabile e amministratore unico di Kronoplanet srl, oltre che presidente del consiglio di amministrazione di Globalpress Italia - come risulta dalle visure ufficiali delle due società. Regista e autore televisivo e cinematografico, Bruschini è stato direttore dei periodici Quark Magazine e Geos e ha scritto per Audrey, Il Globo e Kronos. Ha recentemente pubblicato il romanzo The father - Il padrino dei padrini (edito da Newton&Compton). Il giornalista risponde così alle domande della Repubblica degli Stagisti in merito alla natura dello “stage” presso Globalpress Italia.

A cosa sono dovuti i numerosi cambiamenti di programma rispetto a quanto pubblicizzato negli annunci? Come state informando i candidati?

Con la risposta che abbiamo avuto, gli aspetti del corso descritti nel primo annuncio risultano superati e sono stati eliminati. Pensavamo che i candidati sarebbero stati di meno e che avremmo potuto aiutarli con un contatto faccia a faccia. Con cento partecipanti ovviamente è impossibile, sarà soltanto un rapporto via web, esclusivamente informatico. Stiamo avvisando direttamente i ragazzi.

Gli articoli dei partecipanti saranno pubblicati?

È chiaro che durante il corso iniziale assolutamente non saranno pubblicati, altrimenti non parleremmo più di un corso. Poi dipenderà da articolo ad articolo: dopo un periodo iniziale, che noi abbiamo fissato a tre mesi, effettueremo una scrematura. Si capisce bene che su cento ragazzi quelli realmente in grado di scrivere saranno 15 o 20. Vedremo in seguito come proseguire, chi sarà selezionato potrà poi collaborare con noi o magari verrà segnalato ad amici. Sia chiaro che il nostro non è un ufficio di collocamento, è un’agenzia, di certo non promettiamo posti di lavoro a nessuno perché non siamo in grado.

Eppure nell’annuncio si parla chiaramente di un certo numero di assunzioni.

Assunzione è una parola grossa, diciamo più che altro collaborazione, probabilmente con contratti a progetto.

Cosa giustifica la richiesta di 300 euro? Il taglio delle lezioni in redazione non dovrebbe comportare una riduzione dei costi per i partecipanti?

Ma si tratta praticamente di un rimborso spese, di certo non ci guadagnamo. Ci impegnamo a lavorare con i ragazzi per cinque giorni la settimana; 100 euro al mese sono 25 euro a settimana, praticamente 5 euro a ragazzo al giorno [il rimborso spese che andrebbero a percepire calcolando 100 ragazzi sarebbe però pari a 30mila euro, ndr]. Neanche la mia donna di servizio. Secondo voi quanto vale un’ora di lavoro di un professionista? E tenga presente che i corsi completi di giornalismo costano anche 4-5mila euro.

Le visure ufficiali della Globalpress Italia la riportano come società inattiva.

No, Globalpress è un nome che abbiamo dato a questo corso, non è una società.

Globalpress e Servicepress non sono srl?

No no no, assolutamente no.

Qual è allora la società di riferimento, la sua ragione sociale?

Non vedo perché dovrei rispondere, io non la conosco. Esiste la casa editrice, poi non c’è nulla di nascosto.


A questo punto, sfortunatamente, Vito Bruschini ha esaurito tempo e pazienza e ha deciso di interrompere l'intervista. Restano quindi ancora senza risposta alcune domande: qual è l'identità della società dietro lo stage-corso che incasserà i 30mila euro? Quale la reale utilità di un corso svolto interamente da casa? Dov'è la redazione di Globalpress e qual è l'esatto e attuale assetto societario della galassia Kronoplanet / Globalpress / Servicepress?

Andrea Curiat

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