Anche lo stagista deve presentare la dichiarazione dei redditi. Ma solo se supera gli 8mila euro annui

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 01 Ago 2016 in Approfondimenti

«Mio figlio è occupato come stagista e riceve un rimborso spese. Deve fare il 730?». Con questo tweet qualche tempo fa un lettore chiedeva alla redazione della Repubblica degli Stagisti se per i tirocinanti esistesse o meno l'obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. Questione collegata a un'altra sollevata lo scorso anno, e cioè se i figli che percepiscono un'indennità di tirocinio devono considerarsi 'a carico' dal punto di vista fiscale. Risposta positiva, a detta della Fondazione nazionale commercialisti, sempre che il reddito totale del ragazzo non superi all'incirca i 2.840 euro. Questa volta a sciogliere il nodo sulle incombenze fiscali degli stagisti è Pasquale Saggese, membro della Fondazione Nazionale dei Commercialisti e ricercatore di diritto tributario.

Quando scatta l'obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi?
I redditi che derivano da borse da studio e per analogia dai tirocini sono assimilati al lavoro dipendente, benché non via sia reale analogia, e a questi è applicato un trattamento fiscale molto simile a quello di una normale busta paga. Solo se il reddito complessivo non supera gli 8.145 euro annuali si rientra nella no tax area e non diventa più obbligatorio dichiarare. Esiste poi anche tutta una serie di borse di studio escluse da imposizione: per esempio quelle erogate dalle regioni agli universitari, quelle per i dottorati di ricerca, gli assegni di ricerca post laurea, le Erasmus mundus e plus.

Uno stagista può provvedere da solo alla dichiarazione oppure è necessaria l'assistenza di un commercialista o di un caf?
È il datore di lavoro che si occupa del 730 dello stagista nel caso in cui presti l'assistenza fiscale e attui come sostituto d'imposta. Non è detto che accada, perché per esempio talvolta i piccoli imprenditori non se ne fanno carico. In quel caso lo stagista può richiedere loro il cud e rivolgersi a un professionista o a un caf, oppure risolvere da solo. Oggi sono stati predisposti mezzi “fai da te” attraverso i modelli web dell'Agenzia delle Entrate.

Come funziona per l'eventuale recupero di trattenute Irpef non dovute?
Per importi minimali la detrazione fa sì che non si paghino imposte. Ma la soglia di esenzione dipende in realtà dai mesi lavorati. Per effetto del meccanismo delle detrazioni e dei relativi calcoli succede quindi che per gli stage annuali la soglia di reddito entro cui l'Irpef dovuta è pareggiata dalla detrazione Irpef, quindi non viene trattenuta, è pari a 8.145 euro. Per uno stage di 6 mesi invece la predetta soglia scende a 6mila euro. Superata quella cifra, a partire mettiamo dai 6100 - sempre sui sei mesi - si paga un supplemento Irpef che è prelevato dal datore o versato direttamente da stagista. E in quel caso sì che bisogna dichiarare. La borsa di studio sconta in pratica l'Irpef e le  relative  addizionali a seconda di quanto si percepisce nel mese. 

Ci spieghi meglio...
Non esistono delle spese scaricabili, come per le partite Iva, nel caso degli stage. Ma delle detrazioni forfettarie a cui hanno diritto gli stagisti al pari dei normali dipendenti per i costi di produzione sostenuti, di cui la legge tiene conto. Ci sono di mezzo per esempio le spese di trasporto. Oppure i casi speciali, come nel caso delle trasferte: lì il tirocinante ha diritto a vedersi decurtate anche le spese per l'alloggio. È in base ai calcoli realizzati su trattenute e detrazioni Irpef che si ottengono quelle soglie a cui si faceva riferimento, e che determinano l'esenzione dalle imposte.

A quanto corrisponde la tassazione a cui in media è sottoposto uno stagista?

Fino a 15mila euro, tetto sotto cui normalmente si colloca uno stage, si rientra nel primo scaglione. In questi casi l'Irpef è al 23% più le addizionali. Se dovessero esserci anche altri redditi, allora l'aliquota sale: la più alta arriva fino al 43%.

Come funziona per l'eventuale recupero di trattenute Irpef indebitamente sottratte?
 
In linea teorica è poco probabile che se ne abbia diritto, perché se si applicano le detrazioni di solito si tenderà a non prelevare niente di più del dovuto: semmai si dovrà versare qualche somma aggiuntiva. Se invece non sono state applicate le detrazioni in modo corretto allora ci potrà essere qualcosa da riscuotere. Compilando il 730 si farà richiesta di rimborso, che potrà arrivare sia in busta paga che tramite assegno. Ma ci vuole un po' di tempo. 

E per gli stage all'estero?

Se per esempio un'impresa italiana ha un tirocinante in una sede estera e gli eroga la borsa, questa sarà soggetta alla tassazione italiana. E se dovesse scattare anche quella del paese ospitante, bisogna vedere però caso per caso, esistono tutta una serie di meccanismi compensativi come il credito per le imposte all'estero o l'esenzione nel paese di residenza che evitano eventuali doppie tassazioni.  

Come siamo messi in fatto di scadenze per la dichiarazione?

In verità il termine è già passato, risale al 16 luglio. Ma si può sempre rimediare con il cosiddetto 'ravvedimento operoso', che prevede delle sanzioni irrisorie. Per ora siamo allo 0,1% per ogni giorno di ritardo fino al 15esimo giorno e via via si sale. Finché non arriva l'avviso bonario c'è tempo per dichiarare.

Ilaria Mariotti 

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