Stage in Sicilia, primo passo verso la legge di iniziativa popolare

Riccardo Saporiti

Riccardo Saporiti

Scritto il 25 Mar 2012 in Notizie

«Io firmo gli stage», la proposta di legge di iniziativa popolare per garantire tirocini di qualità ai giovani siciliani muove un primo, importante passo.Stagisti Lunedì 19 marzo, infatti, la commissione regionale per gli affari elettorali e referendari ha completato l'esame delle oltre 12mila firme raccolte dai giovani della Cgil Sicilia a sostegno della norma. Ed ha dato il via libera alla discussione del testo in consiglio regionale.
«Un migliaio di firme è stato annullato
ma, con 11mila sigle valide, abbiamo superato ampiamente il quorum», racconta Andrea Gattuso [nella foto sotto]. 26 anni, una laurea in scienze politiche con indirizzo in relazioni internazionali, dal 2009 al 2011 ha fatto parte dell'esecutivo nazionale dell'Unione degli universitari. E oggi è uno dei responsabili del Dipartimento politiche giovanili della Cgil Sicilia. Ora, il testo che regola le modalità di presentazione di leggi di iniziativa popolare all'Assemblea regionale siciliana richiede la sottoscrizione di almeno 10mila persone e dunque l'obiettivo è stato raggiunto. Quello di lunedì non è stato però un mero «passaggio burocratico»: ha riconosciuto la correttezza formale del lavoro svolto dalle tante associazioni studentesche e dalle formazioni giovanili dei partiti di centrosinistra che hanno collaborato con il sindacato, ma rappresenta sopratutto l'avvio di un percorso che, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe fare della proposta «Io firmo gli stage» una norma regionale.
«Entro un paio di settimane avremo un parere sulla legittimità del nostro documento, sapremo cioè se l'argomento è tra quelli che possono essere regolamentati da una legge di iniziativa popolare», precisa Stagistiun'ottimista Gattuso: «Ci è già stato assicurato,informalmente che non dovrebbero esserci problemi». Superato questo secondo scoglio, inizierà la discussione politica vera e propria sulla proposta. Ma quali sono le richieste contenute nel testo?
Intanto c'è quella di fissare in sei mesi la durata massima dei tirocini, specificando che dovranno essere attivati al massimo entro un anno dal conseguimento della laurea o del diploma. Viene inoltre richiesto di vietare il ricorso agli stage per quelle professioni che non richiedano periodi di formazione articolati. Grande attenzione viene posta anche sul tema del monitoraggio dei progetti, ritenuto fondamentale per contrastare sul nascere eventuali abusi. Non poteva mancare, poi, l'aspetto economico. La campagna della Cgil mira ad istituire uno stanziamento, all'interno del bilancio regionale, da 10 milioni di euro. Di questi, 4 serviranno per un «Fondo per i tirocini formativi», che finanzierà le borse per gli stagisti. In particolare, la proposta di legge chiede che sia fissato un rimborso minimo di 400 euro mensili, metà a carico della regione, attraverso questo fondo, metà versati dall'azienda che ospita il tirocinio. Gli altri 6 dovranno invece essere utilizzati per incentivare le imprese a trasformare i tirocini in rapporti di lavoro veri e propri. In particolare, alle attività dovrebbe andare un contributo una tantum di 8mila euro per ogni giovane di età compresa tra i 18 ed i 30 anni inserito in organico, somma che salirebbe a 10mila euro se il lavoratore appartenesse ad una categoria protetta.
«Tenteremo di inserire questa nostra ultima proposta all'interno del piano Barca, un progetto da 500 milioni diStagisti euro a sostegno dell'occupazione giovanile in Sicilia proposto dal ministero per la Coesione territoriale», sottolinea Gattuso, «visto che tra i vari interventi previsti da questo progetto c'è anche quello relativo agli stage retribuiti». Proposta che, se accolta, rimuoverebbe l'ostacolo economico, quello cioè legato allo stanziamento da 10 milioni, dal cammino verso l'approvazione della legge.
Il 1 aprile il testo arriverà sul tavolo di Francesco Cascio [nella foto a destra], presidente dell'Ars che, entro 30 giorni, dovrà trasmetterlo alla commissione Lavoro di Palazzo dei Normanni. Quest'ultima avrà a disposizione sei mesi per discutere la proposta, eventualmente modificandola, per poi portarla in aula. Scaduto questo termine, la norma verrebbe comunque inserita all'ordine del giorno della prima seduta utile. E a quel punto i partiti dovranno decidere da che parte stare. Al momento, solo le organizzazioni giovanili di Pd e Sel hanno aderito all'iniziativa.
«In questo momento non abbiamo adesioni ufficiali, abbiamo atteso che si pronunciasse la commissione elettorale prima di incontrare le segreterie regionali delle forze politiche», spiega Gattuso: «Ora vogliamo capire come si muoverà il governo sulla riforma del lavoro, che inciderà anche sui tirocini, dopodiché inizieremo un confronto con i partiti». Chiedendo loro un sostegno alla proposta di legge «Io firmo gli stage».

Riccardo Saporiti

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