«Qui alla Fondazione DNArt siamo in troppi stagisti»: e scatta il reclamo all'ufficio stage dell'università

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 17 Feb 2011 in Help

Alla rubrica Help della Repubblica degli Stagisti all'inizio di febbraio arriva una mail di denuncia. stageVirginia L., neolaureata, e Lorenza S., studentessa di Storia e critica dell'arte, raccontano di aver interrotto da pochi giorni uno stage perché l'ente ospitante non rispettava il limite posto dalla normativa in merito al numero massimo di stagisti ospitabili contemporanemente.  «Abbiamo scoperto, grazie al sito della Repubblica degli Stagisti, che questa fondazione ha commesso un atto illegale. Citiamo testualmente dal dm 142/1998 art. 1: "I datori di lavoro possono ospitare tirocinanti in relazione all'attività dell'azienda, nei limiti di seguito indicati: aziende con non più di cinque dipendenti a tempo indeterminato, un tirocinante". In questa fondazione le persone a tempo intederminato sono in quattro e noi eravamo tre stagiste, più una quarta: una ragazzina delle superiori che andava in Fondazione solo durante il pomeriggio per sistemare le fatture».
L'ente ospitante in questione è la Fondazione DNArt, che ha sede a Milano in via dell'Orso.
Alla fondazione è correlata un'azienda, la Fabbrica delle idee srl; nel dettaglio, Virginia L. risulta essere stata in stage presso la srl, mentre Lorenza S. presso la Fondazione. Stando al racconto delle ragazze, Fondazione ed srl sono la stessa cosa: «Mentre abbiamo lavorato lì, abbiamo sentito i collaboratori dire "Firmiamo come Fondazione DNArt o come Fabbrica delle Idee?"». stageIn effetti indirizzo e recapito telefonico coincidono; inoltre l'amministratore unico della srl è Elena Fontanella, che è anche presidentessa della Fondazione DNArt che della srl risulta "socio unico".
Virginia e Lorenza scelgono di scrivere una lettera all'ufficio stage della propria università per esplicitare le motivazioni che le spingono ad abbandonare lo stage, inviano per conoscenza la lettera anche alla redazione della Repubblica degli Stagisti e la postano sul Forum del sito. Nel documento le ragazze lamentano insoddisfazione rispetto a diversi punti: dal progetto formativo («è stato detto a tutte che avremmo svolto un certo tipo di lavoro che avrebbe dovuto essere in linea con il nostro percorso di studi. Una volta giunte in Fondazione invece ci sono stati affidati incarichi del tutto diversi e per nulla pertinenti al nostro percorso di studi; addirittura a una di noi è stato affidato "l'importante incarico" di fare etichette per cd») agli orari («durante il colloquio ci sono stati comunicati gli orari lavorativi: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19 con tre quarti d’ora di pausa per il pranzo. Abbiamo accettato tali orari; tuttavia, una volta iniziato lo stage ci è stato comunicato, con poca educazione, che se non avessimo accettato di lavorare anche la domenica 9 ore saremmo state lasciate a casa […] e ci è stato fatto divieto assoluto di uscire prima dell’orario prestabilito»), a vari episodi di incomprensione con la direttrice. Per chiudere, le ragazze fanno esplicito riferimento al punto della normativa sugli stage che prevede un tetto massimo di stagisti ospitabili contemporaneamente, evidenziando come la proporzione non sia stata rispettata dalla Fondazione DNArt - Fabbrica delle idee srl: «segnaliamo che il numero di dipendenti fissi è di 5 persone, mentre il numero di stagisti presenti era di 4 persone». Tra i "dipendenti fissi" in questione figurerebbe anche un cocopro.
stage cosp stataleAlcune copie di queste lettere vengono consegnate a mano agli uffici stage dell'università Statale di Milano e della Bocconi. A questo punto i rispettivi responsabili si muovono per verificare la veridicità dei contenuti. Al termine delle verifiche, la Statale decide di chiudere i rapporti con la Fondazione, come conferma alla Repubblica degli Stagisti Barbara Rosina, responsabile del Cosp - Centro per l'orientamento allo studio e alle professioni dell'università di Milano: «Dopo attente verifiche abbiamo deciso di rescindere la convenzione; stiamo preparando la lettera di notifica, manderemo in questi giorni la raccomandata». E aggiunge: «Purtroppo molte piccole società  organizzano attività legate all'ambito culturale e artistico muovendosi in maniera molto libera rispetto alla normativa sugli stage. Anche perché i ragazzi che vogliono lavorare in quel settore sono tantissimi e accettano qualsiasi cosa pur di farlo. Il settore è molto saturo».
La Bocconi sceglie invece una linea più soft: sospende temporaneamente la Fondazione DNArt, stabilendo che se in futuro vorrà attivare stage con loro studenti o neolaureati, dovrà dichiarare di accogliere unicamente quello stagista e non altri, cioè di rispettare il dm 142/1998.
La Repubblica degli Stagisti ha provato a contattare la Fondazione per chiedere in particolare quattro dettagli: il numero preciso di dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato presso Fondazione DNArt, il numero di quelli assunti presso Fabbrica delle Idee srl, i rapporti tra queste due realtà e le aree di operatività specifiche di ciascuna, e infine la conferma che a gennaio 2011 presso la sede di via dell'Orso abbiano operato contemporaneamente quattro stagisti. Purtroppo la Fondazione ha scelto di non rispondere, incaricando anzi uno studio legale di scrivere alla redazione una diffida richiedendo di rimuovere la pagina del Forum aperta da Virginia L. per raccontare la sua storia, e invitando la redazione a non scrivere articoli su questa vicenda.
Come è chiaro dalla pubblicazione di questo articolo, la redazione ha ben ritenuto di agire diversamente e di occuparsi di questo caso - valutandolo molto significativo, anche in ragione dei risultati prodotti su due importanti istituzioni universitarie. La Repubblica degli Stagisti, nel pieno rispetto della deontologia professionale, resta naturalmente a disposizione per raccogliere la versione della Fondazione DNArt e della Fabbrica delle idee srl, qualora qualcuno volesse chiarire la situazione o smentire i fatti riportati.
Il punto più importante di tutta la vicenda comunque, come sottolinea anche la responsabile dell'ufficio stage della Bocconi Aida Riolo, è che mai la Statale e la Bocconi avrebbero potuto accorgersi della violazione della normativa. Questo perché se i giovani vengono spediti in stage da enti promotori diversi, è impossibile sapere se contemporaneamente in un dato posto vi siano altri stagisti oltre a quello che un determinato ente promotore (che può essere una scuola, un ufficio stage universitario, un centro per l'impiego) ha inviato. L'unica strada per evidenziare queste situazioni, fintanto che non verrà attivata quel «database-anagrafe degli stage» di cui da anni la Repubblica degli Stagisti invoca l'istituzione, è proprio quella percorsa da Virginia e Lorenza: raccontare i fatti al proprio ente promotore.

Eleonora Voltolina

Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
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